Luciano Fancelli

Biografia

Nato a Foligno (PG) il 10 aprile 1928, da genitori musicisti, Luciano Fancelli trascorre la sua infanzia a Terni. A 8 anni sua madre Luigina Barbi lo inizia al pianoforte ma lo studio lo annoia. Da fanciullo dimostra subito un particolare interesse per il disegno e la geometria, cosicché dopo la scuola primaria i suoi genitori lo iscrivono ad un Istituto Tecnico ternano.

E’ all’inizio della II Guerra Mondiale che nasce l’amore di Luciano per la musica. In questo periodo, infatti, la famiglia Fancelli si trasferisce in una piccola frazione nella campagna intorno a Foligno: Capodacqua, per sfuggire agli orrori del conflitto. E qui che Luciano avrà in prestito dal medico del paese una fisarmonica a 120 bassi e se ne innamora perdutamente. I suoi genitori gli avevano già regalato in precedenza una piccola fisarmonica a 32 bassi con la quale aveva iniziato a suonare ma non aveva rapito i suoi interessi.

Biografia

Nato a Foligno, da genitori musicisti, il 10 aprile 1928, Luciano Fancelli trascorre la sua infanzia a Terni. A 8 anni sua madre Luigina Barbi lo inizia al pianoforte ma lo studio lo annoia. Da fanciullo dimostra subito un interessamento per il disegno e la geometria, cosicché dopo la scuola primaria i suoi genitori lo iscrivono ad un Istituto Tecnico ternano.

E’ all’inizio della II Guerra Mondiale che nasce l’amore di Luciano per la musica. In questo periodo, infatti, la famiglia Fancelli si trasferisce nella campagna intorno a Foligno, per sfuggire agli orrori del conflitto. E’ qui che Luciano avrà in prestito dal medico del paese (Capodacqua) una fisarmonica a 120 bassi e se ne innamora perdutamente.  I suoi genitori gli avevano già regalato in precedenza una piccola fisarmonica a 32 bassi con la quale aveva iniziato a suonare ma non aveva rapito i suoi interessi. 

Luciano Fancelli

Studia senza sosta giorno e notte sotto la vigile guida dei genitori

Il padre non vuole abusare della generosità del dottore e si reca a Terni ad acquistare uno strumento in tutto simile a quello prestato.

I progressi non si fanno attendere: nel giro di un anno Luciano è già un eccellente esecutore.

Si esercita, quando il tempo lo permette, sotto una grande quercia a Capodacqua, lontano da tutti.

L’apprendimento del giovane Luciano è molto rapido tant’è che i genitori riescono a far suonare il loro figlio in una piccola formazione musicale militare di cui fanno parte il padre come violinista e la madre come pianista. Luciano aveva allora 15 anni. Questa circostanza sarà molto proficua nella formazione del musicista che inizia ad acquisire la ritmica e l’armonia jazzistica ed ad integrarla in una visione musicale molto ampia… senza confini.

Inizia a lavorare per l’orchestra, a rielaborare musiche, a mettere insieme antiche e nuove idee… Ogni elaborazione riusciva convincente.

A 17 anni scrive una prima composizione: Non Così, su testo di Gian Carlo Testoni. Venne incisa nel 1953 con la voce di Jula de Palma e l’orchestra diretta dal M° Gianni Ferrio. Il brano ebbe molta fortuna.

A 19 anni vince il Concorso Internazionale “Città di Stradella” e tiene concerti in tutta Italia: Parma, Napoli, Livorno, Reggio Emilia, Viareggio. A Terni si cimenta con un’orchestra sinfonica.

Gli interessi musicali di Fancelli come interprete sono duplici: da una parte un repertorio imitativo di rielaborazione originale di musiche classiche, sinfoniche e leggere ma anche jazz; dall’altra un repertorio personale di musica originale. Scrive moltissimo in quegli anni, è una fucina creativa sempre più evoluta.

Musicisti e musicologi iniziano a notarlo e ne parlano polemicamente… la sua produzione non è “classica” ma neppure “leggera”, o “ballabile”, “cantabile”… tutte etichette che non possono contenere quel vulcano di creatività che si stava manifestando.

Nel 1947 entra in RAI

Due rubriche affidate ad un musicista giovanissimo: “Voci e Strumenti in libertà” e “Luciano Fancelli e la sua fisarmonica”.

Nel 1950 con una memorabile esecuzione della V Sinfonia di Beethoven vince il premio concertisti del 4° Concorso Nazionale di Ancona.

In quegli anni è corteggiato dalle case editrici e scrive le sue opere più importanti: Acquarelli cubani, Stranezze, Echi della Versilia, 10 chilometri al finestrino, Cartoni animati, Pupazzetti, Da quando te ne andasti, Helzapopping, brani editi dalle edizioni Cambi, Ricordi, Farfisa. In quegli anni Luciano suona a Terni con una Orchestra Sinfonica.

Sono anni in cui inizia a scrivere una sua biografia, segretamente, un suo diario… scrive queste parole sulla copertina:

“Non più terra né ombra, né voci né orizzonti di limiti… ma salire, salire… e sole, e cieli accecanti e pace dell’anima”.

Nel 1951 a Milano

A Milano si esibisce al Teatro alla Scala con la famosa Fisorchestra Frontalini, ed è un successo!

Inizia a registrare qualche disco. Scrive moltissimo ma non è premuroso nel pubblicare i suoi lavori. Si rammarica piuttosto di aver dato alle stampe alcuni lavori non molto rilevanti.

Il suo repertorio va dalla musica classica e sinfonica alla musica leggera ed al jazz, fino alle sue composizioni originali. Non ha confini esplorativi musicali anzi riesce ad armonizzare stili differenti e questo lo rende unico e incredibilmente moderno.

Nel dicembre del 1952 Luciano è invitato dalla RAI al programma “Rosso e Nero”, di altissimo ascolto a quei tempi ed anche allora ottiene un grande successo.

Un mese più tardi il 24 gennaio 1953, all’apice del successo, muore a Terni per una setticemia in seguito ad un mal di gola mal curato: avrebbe dovuto sposarsi poco tempo dopo con la sua fidanzata Elda. Aveva 24 anni.

Ci lascia il diario pieno di annotazioni, disegni di anatomia, poesie, molti quadri dipinti con stile naturalistico e soprattutto le sue musiche e le composizioni, testimonianza di una ricchezza interiore troppo presto violata.